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La Costituzione dell'Unione

Nel 1895 la Camera di Verona propose la costituzione di una società nazionale per la tutela degli interessi commerciali e industriali, da discutere nel corso del Congresso di Como del 1899. L’iniziativa non andò in porto e nel dicembre 1900 la Camera di Ancona rimise “all’ordine del giorno” la questione, inviando una circolare alle altre CdC . Rispose immediatamente all’appello la Camera di Vicenza, che indicò l’ente camerale milanese come sede costitutiva. Nel maggio 1901 Angelo Salmoiraghi, presidente di quest’ultima, annunciava al consiglio che 65 CdC su 74 avevano già aderito alla proposta, sette si erano riservate di aderire e due non avevano ancora risposto (gli enti camerali di Catania e Messina).

La proposta di Federazione permanente delle Camere di Commercio s’inseriva come una sorta di filtro tra stato e periferia. Nel corso del Congresso di Milano del 7 giugno 1901, Leopoldo Sabbatini, animatore (insieme ad Angelo Salmoiraghi) dell’iniziativa di costituzione della federazione permanente, mise in evidenza come l’economia potesse finalmente esprimere la nuova complessità dell’organizzazione sociale. Le Camere, guardate con sospetto dalla Stato liberale in quanto portatrici della patologia corporativa, potevano ora, con l’apertura di una nuova fase politica e sociale, rivendicare il diritto di guidare la riconciliazione tra interessi e politica.

Gli enti camerali, nel passato, non erano riusciti ad esercitare questa funzione, a causa dell’incapacità di costituire un sistema. Per tale motivo era necessario costruire un organismo nuovo, indipendente da ogni altro organismo dello Stato, come le Camere di Commercio da cui emanava.

Alla relazione faceva seguito una proposta di statuto (Lo Statuto del 1901); l’associazione era aperta alle Camere “regnicole” ed alle Camere italiane all’estero ed era guidato da un comitato direttivo.Sulle proposte di Sabbatini si accesero discussioni vivaci; l’associazione cambiò il nome in Unione, per porre l’accento sulla presenza di un vincolo associativo meno cogente, e le Camere presenti si impegnarono ad aderirvi almeno sino al 1903. Il 9 giugno 1901 il nuovo organismo promosso da Sabbatici prese il via, seppure ostacolato dalle spinte localistiche paventate dallo stesso relatore. La prima riunione del comitato esecutivo si svolse il 28 luglio nei locali della Camera di Roma e nominò Angelo Salmoiraghi quale presidente dell’Unione e Leopoldo Sabbatini quale segretario generale (Il primo segretario generale).

La scelta della sede in piazza delle Terme (ora piazza della Repubblica), accanto al ministero delle Finanze ed a quello dell’Agricoltura, industria e commercio, allora in costruzione, intendeva garantire la levatura nazionale del progetto e l’indipendenza da ogni condizionamento localistico.

Accanto a Sabbatini, spesso assente da Roma a causa dei suoi impegni presso la Camera milanese, l’Università Bocconi e il Comitato per l’esposizione del 1906, comparve Luigi Gaddi, vicesegretario della Camera di Commercio milanese, che assunse lo stesso incarico nell’Unione.

La creazione di un organo ufficiale dell’associazione servì a portare il processo di consolidamento dell’Unione : nel novembre 1904 Sabbatini riuscì a dotare l’Unione del “Bollettino ufficiale delle Camere di Commercio italiane”, che - attraverso le informazioni sull’attività dell’Unione e delle Camere di Commercio italiane ed estere, dei corpi consultivi dello Stato, del parlamento e degli organismi internazionali collegati all’Unione - seguì il ciclo evolutivo di quest’ultima fino al 1912. In seguito venne sostituito dagli “Atti dell’Unione delle Camere di Commercio italiane”.

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