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L'Unione nell'età Repubblicana

Con la fine del secondo conflitto mondiale e l’avvento della Repubblica, tornarono le spinte verso di una esatta definizione della natura e del ruolo delle Camere di Commercio, mentre rimase marginale il problema della configurazione istituzionale dell’Unione. Sebbene priva di una completa legittimazione formale, l’Unioncamere ebbe modo di trovare comunque, per via di fatto, una legittimazione sostanziale, cogliendo le opportunità offerte nel clima di ottimismo degli anni della ricostruzione.

Fino agli anni della programmazione essa si presenterà come punto di coordinamento e di potenziamento di una rete capillare di monitoraggio della congiuntura economica. Occorreva, a questo punto, conciliare due tendenze opposte: quella di mantenere l’autonomia di ciascuna Camera e quella di sviluppare una “forza centripeta” che avrebbe dovuto caratterizzare l’istituzione e lo sviluppo di un organismo di rappresentanza, che intendeva porsi come interlocutore per le politiche nazionali, strumento di partecipazione delle CdC presso gli organi centrali dello Stato. Nel 1948 l’Unione poteva vantare rappresentanti in una ventina di enti governativi di carattere economico, ma solo nel 1953 l’Unione ottenne il riconoscimento della personalità giuridica.

La programmazione economica che caratterizzò quegli anni derivava dalla necessità di eliminare gli squilibri che si accompagnavano al “miracolo economico” e il principale contributo dell’Unione fu quello di studio e di analisi. Dal 1964 in poi essa scelse di regionalizzare” la propria attività di studio e di iniziativa in favore della programmazione; decise quindi di avviare una nuova e più incisiva forma di presenza all’interno del sistema pubblico.

Tra il 1966 e il 1968 l’Unione promosse a livello regionale una serie di azioni inerenti alla programmazione, individuando “aree economiche di studio” (ben 260) diverse dalle circoscrizioni provinciali presenti in ciascuna regione. Fu, questo, un contributo innovativo e rilevante ai fini della localizzazione dell’intervento pubblico, in particolare per ciò che concerne le aree depresse.

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