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Presentato oggi il Digital Sustainability Atlas: il termometro della sostenibilità per fare business in 51 Paesi nel mondo

digital sustainability atlas

Alta la digitalizzazione delle imprese in Europa; la Cina da sola fa il 50% dell’e- commerce mondiale per beni e servizi; Gender gap: primi risultati in Europa e Nord America; primi passi in Centro e Sud Ameria per riduzione rifiuti; aumenta interesse per la sostenibilità sociale in Medio Oriente e Africa.

Presentato oggi a Roma il Digital Sustainability Atlas, la nuova pubblicazione realizzata da Assocamerestero – l’Associazione delle Camere di Commercio italiane all’estero (CCIE) e Unioncamere – in collaborazione con le Camere di Commercio italiane all’estero, con il coordinamento scientifico della Fondazione per la Sostenibilità Digitale e con il supporto di Unioncamere: una vera e propria guida pensata per mettere a disposizione delle aziende italiane che vogliano fare business all’estero tutte le informazioni sugli ambiti della sostenibilità e delle politiche di digitalizzazione in 51 Paesi nel mondo.

Il lavoro condotto da 71 Camere in America, Asia, Europa, Medio Oriente e Africa e in Oceania ha visto l’analisi dei principali indicatori relativi a sostenibilità ambientale, digitale, economica, sociale e al livello di innovazione tecnologica nei diversi Paesi, con l’obiettivo di fornire alle imprese informazioni utili per orientare al meglio le proprie strategie di posizionamento sui mercati esteri.

La pubblicazione, già disponibile sul sito di Assocamerestero (https://www.assocamerestero.it/pubblicazioni/digital-sustainability-atlas), fornisce un quadro approfondito delle peculiarità di ciascun mercato: in Europa si evincono alti livelli di interazione digitale tra imprese, cittadini e istituzioni, con una forte sensibilità al tema della trasparenza e dell’accessibilità delle informazioni, in particolare nei Paesi del Nord Europa; qui emerge anche una grande attenzione alla circolarità e al riciclo dei materiali. Una fortissima propensione all’e-commerce spicca in Asia, dove solo la Cina, ad esempio, genera il 50% delle transazioni mondiali per l’acquisto di beni e servizi.

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