Le imprese green affrontano meglio le crisi

PRESENTATO IL RAPPORTO GREENITALY DI FONDAZIONE SYMBOLA E UNIONCAMERE MENTRE È IN CORSO LA COP30 IN BRASILE
UN’ECONOMIA A MISURA D’UOMO CONTRO LE CRISI
578.450 MILA IMPRESE EXTRA-AGRICOLE ITALIANE NEGLI ULTIMI 6 ANNI HANNO INVESTITO SULLA GREEN
ECONOMY E SULLA SOSTENIBILITÀ PER AFFRONTARE IL FUTURO IN ITALIA 3,3 MILIONI DI GREEN JOBS, IL 13,8% DEGLI OCCUPATI
L’ITALIA È LEADER NELL’ECONOMIA CIRCOLARE E HA LA PIÙ ALTA PERCENTUALE DI AVVIO A RICICLO SULLA TOTALITÀ DEI RIFIUTI: 92,6%, UN TASSO DI GRAN LUNGA SUPERIORE ALLA MEDIA EUROPEA (60%)
Il Rapporto GreenItaly, arrivato alla sedicesima edizione, è realizzato dalla Fondazione Symbola, da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Al rapporto hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus, Enel e molte organizzazioni e oltre 20 esperti. È stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Andrea Prete, presidente Unioncamere; Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica; Alessandro Rinaldi, vice direttore generale Centro Studi Guglielmo Tagliacarne; Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere.
Sono intervenuti Francesco La Camera, direttore generale IRENA; Giulia Gregori, responsabile Corporate Strategy Implementation and Engagement Novamont; Giuseppina Carnimeo, direttore generale Ecopneus; Simona Fontana, direttore generale CONAI; Nicola Lanzetta, direttore Italia dinEnel; Angelica Agosta, comitato scientifico Fondazione Symbola.
“La transizione green non è più soltanto una scelta etica o ambientale: è il nuovo spazio dove si misurano competitività, produttività e capacità industriale dei Paesi. Oggi lo vediamo con chiarezza: le imprese che investono con oculatezza e concretezza in tecnologie net-zero, dall’efficienza energetica ai materiali circolari, dai sistemi fotovoltaici di nuova generazione all’idrogeno, non solo riducono le emissioni ma performano meglio". Lo ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto “nostre analisi recenti mostrano che le aziende europee che detengono brevetti in tecnologie green strategiche registrano in media un livello di produttività più alto del 17%, rispetto alle altre imprese che hanno sempre brevetti ma non green. Il green, quindi, può rappresentare un moltiplicatore di valore. Il vero limite oggi - ha sottolineato il presidente - non è la volontà delle imprese, che in Italia stanno dimostrando di credere nella sostenibilità come leva di crescita, ma la disponibilità di professionisti qualificati. Le imprese incontrano difficoltà di reperimento per oltre la metà dei green jobs ricercati, e questo blocca gli investimenti. Per questo la sfida non è 'se' fare la transizione, ma 'come' farla diventare un fattore di competitività nazionale”.
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