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Crescono le Imprese eco-investitrici: il rapporto GreenItaly 2022

Il rapporto GreenItaly per l’anno 2022 è stato presentato a Roma da Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere.

Sono intervenuti Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, Luca Ruini, presidente Conai e Catia Bastioli, amministratore delegato Novamont. Ha coordinato i lavori la giornalista Manuela Rafaiani.

Ecco quali sono stati i contenuti del Report illustrati per l’occasione.

 

Rapporto GreenItaly 2022: trend in positivo per le Imprese eco-investitrici

Nell’anno di ripresa post-pandemia, nel 2021, è cresciuta la quota di imprese eco-investitrici, rilanciando il processo di transizione verde del Paese. Si è passato, infatti, da una quota del 21,4% del 2020, anno in cui gli investimenti green avevano comunque tenuto, ad una del 24,3%.

Sono oltre 531 mila le aziende che nel quinquennio 2017-2021 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green: il 40,6% delle imprese nell’industria ha investito, valore che sale al 42,5% nella manifattura. Guardando alle performance economiche è possibile comprendere anche le ragioni che spingono le imprese a investire in prodotti e tecnologie verdi.

Le imprese eco-investitrici sono infatti più dinamiche sui mercati esteri rispetto a quelle che non investono (il 35% delle prime prevede un aumento nelle esportazioni nel 2022 contro un più ridotto 26% di quelle che non hanno investito) percentualmente aumentano di più il fatturato (49% contro 39%) e le assunzioni (23% contro 16%).

 

Le dichiarazioni

Questo è quanto ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, concludendo la presentazione della tredicesima edizione del rapporto GreenItaly.

Da anni il nostro mondo produttivo dimostra un’attenzione specifica ai temi della sostenibilità ambientale, e oggi – ha aggiunto il presidente Prete – anche in ragione dell’emergenza energetica, guarda con interesse alle potenzialità delle rinnovabili. Ma, purtroppo, i tempi autorizzativi stanno rallentando l’installazione di impianti per la produzione di questo tipo di energia. Basti pensare che nel 2021 è stata installata solo una potenza pari a 1.351 MW, un dato molto lontano dal target definito dal Governo pari a 70.000 MW da installare entro il 2030”.

 

Fonte: www.lentepubblica.it

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