Caffè Centrale di Bracciaroli Bruno

Sede
Informazioni storiche
La presenza di un caffè a Mercato Saraceno è documentabile dal 1820, quando esisteva un pubblico esercizio al lato dell'allora teatro (oggi palazzo comunale) denominato "Caffè del teatro". La presenza di un locale di quel genere, assai raro nell'Italia dell'epoca, trova spiegazione nelle tante fiere e mercati che si svolgevano nella località romagnola, oltre alla presenze di numerose miniere di zolfo e soprattutto dal fatto di collocarsi su di un'importante via di traffico tra nord e sud. Nel 1859 anche quello che sarebbe diventato il "Caffè centrale" era aperto e gestito da Luigi Zappi di professione "caffettiere". Una quindicina d'anni più tardi l'attività venne presa in mano da Matteo Ricci che chiese di poter vendere anche prodotti di pasticceria. Il nuovo gestore, nel 1877, ottenne il permesso comunale per rinnovare il locale per renderlo - come scritto nella domanda presentata - "degno del progresso che avanza". Il nuovo "Caffè comunale" proseguì fino a cavallo del Novecento quando venne prima trasformato in una trattoria e poi in un magazzino cooperativo di consumo. Nel 1921 Emilio Bracciaroli ne divenne conduttore per conto del Circolo reduci combattenti della prima guerra mondiale. L'anno seguente s'intestò la licenza e chiamò il locale "Caffè centrale"; l'architetto Ugo Dolcini lo ristrutturò in stile liberty in contemporanea all'installazione della prima macchina espresso. Nel 1949 il figlio di Emilio, Renzo, insieme alla moglie Rosanna proseguirono nell'attività di famiglia. Attualmente dietro il bancone del "Caffè centrale", ormai arredato in maniera più moderna, ci sono Bruno Bracciaroli con la moglie Patrizia e l'aiuto della mamma Rosanna.