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Unioncamere e Federmeccanica insieme per ridurre il gap tra domanda e offerta di lavoro

intesa

Le imprese meccaniche fanno fatica a trovare il 40% dei lavoratori con qualifica professionale, quasi il 44% di diplomati con indirizzo specifico e addirittura due lavoratori su tre che abbiano completato i corsi degli Istituti tecnici superiori. Proprio per ridurre questo mismatch tra domanda e offerta di lavoro, Unioncamere e Federmeccanica hanno sottoscritto un nuovo Accordo quadro, siglato dai dai vice presidenti Andrea Prete e Federico Visentin.

Tre gli obiettivi del’intesa: offrire agli studenti percorsi di alternanza scuola lavoro di qualità; continuare il percorso di approfondimento delle competenze professionali più richieste dalle imprese metalmeccaniche, sperimentando un nuovo modello condiviso di attestazione; collaborare per la riduzione del gap tra domanda-offerta di lavoro e per agevolare la transizione scuola-lavoro.

L’accordo approfondisce e amplia la collaborazione già avviata nel 2017, con l’obiettivo di accrescere l’occupabilità dei giovani ma anche di favorire la formazione permanente per agevolare il reskilling del personale già presente in azienda in una fase di trasformazione del mondo del lavoro, come quella attuale, in cui il possesso di competenze tecniche, green e digitali sono sempre più importanti.

Digitalizzazione, ecosostenibilità, riorganizzazione delle filiere produttive a livello internazionale rappresentano alcuni dei driver della trasformazione del mercato del lavoro in atto che gli effetti della pandemia stanno accelerando in maniera straordinaria”, ha sottolineato il vice presidente di UnioncamereAndrea Prete. “Tutto ciò impone alle imprese e al mondo della formazione di stringere un’alleanza sempre più forte per fare in modo che i giovani possano sviluppare quelle competenze strategiche per il lavoro nell’azienda di oggi e del futuro. Per questo Unioncamere e Federmeccanica hanno messo a punto un innovativo modello di attestazione delle competenze maturate in contesti aziendali che favorirà la transizione dal mondo della formazione a quello del lavoro”.

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