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BARI - Alla Fiera del Levante 2025 tornano Le Giornate del Mezzogiorno: appuntamento il 16 e 18 settembre

mezzogiorno

Inaugurate nel lontano 1948 e diventate per oltre quattro decenni un autorevole appuntamento fisso di confronto e di analisi per economisti, storici, politici e amministratori pubblici, tornano per il secondo anno consecutivo, alla Fiera del Levante 2025 di Bari, le “Giornate del Mezzogiorno”.

Le organizza e promuove la Camera di commercio di Bari, il 16 e il 18 settembre prossimi, chiamando a confronto decisori politici, amministratori, rappresentanti del mondo accademico, imprenditoriale e dei media su due temi che riguardano il Mezzogiorno insieme all’intero sistema Paese: l’evoluzione del mercato del lavoro e la questione energetica.

Così il 16 settembre l’obiettivo della Giornata verrà puntato sui segnali di crescita occupazionale registrati nel Mezzogiorno che contrastano tuttavia con un divario Sud – Nord che continua ad ampliarsi.  Al centro del dibattito i dati che fotografano le perduranti difficoltà lavorative per giovani e donne e pongono interrogativi sulle politiche attive del lavoro e sulla qualità della crescita.

Due giorni dopo, il 18 settembre, il dibattito si concentrerà sul ruolo che il Mezzogiorno può giocare per sé e per l’Italia intera nella produzione, nell’approvvigionamento e nella transizione energetica. Il tutto in un quadro reso complicato dalle perduranti crisi geopolitiche ma anche ricco di opportunità sia per gli investimenti europei nel settore sia per un green deal che, seppure rimodulato alla luce di una sua reale sostenibilità sociale ed economica, apre prospettive di sviluppo tecnologico e imprenditoriale locale insieme a proficue collaborazioni con i paesi che si affacciano sul mediterraneo meridionale.

Le Giornate del Mezzogiorno – nelle parole della presidente della Camera di Commercio di Bari, Luciana Di Bisceglie, guardando all’intera economia nazionale, saranno l’occasione per “entrare nel merito dei nodi ancora irrisolti cercando di comprendere come uscire da una zona grigia, senza né crescita piena né declino conclamato. Parleremo quindi di politiche industriali, di strumenti efficaci per valorizzare il risparmio privato – tra i più solidi d’Europa – che, così come tanti nostri giovani, finisce troppo spesso per alimentare lo sviluppo di altri Paesi anziché del nostro, e di investimenti pubblici ben programmati: PNRR, fondi di coesione, ZES.”  E così Di Bisceglie conclude: “Non c’è spazio per scorciatoie: serve onestà, sacrificio, visione. Il turismo è fondamentale, ma non può sostituire l’industria. Servono anche settori ad alta produttività, buoni salari, stabilità. L’Italia deve costruire oggi le condizioni per un futuro solido. E per farlo deve partire dal Sud, dai suoi talenti spesso inascoltati o trascurati, dalla sua energia – non solo metaforica – e dalla voglia di restare, investire, costruire.”

 

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