Quattro decenni oltre le frontiere

Il 14 giugno 2025 l’Europa ha spento quaranta candeline per uno dei suoi traguardi più ambiziosi e concreti: l’Accordo di Schengen. Firmato nel 1985, questo patto ha segnato l’inizio di una nuova era per milioni di cittadini europei, rendendo possibile muoversi tra Stati senza controlli alle frontiere interne. Da allora, l’area Schengen è cresciuta fino a comprendere 29 Paesi e oltre 400 milioni di persone, rappresentando un pilastro dell’integrazione europea. A distanza di quarant’anni, i suoi benefici restano evidenti: viaggi più semplici, meno burocrazia, maggiore mobilità per lavoratori, studenti e imprese. Ma l’anniversario è stato anche occasione di confronto. Nel quadro delle celebrazioni per il quarantennale, il dibattito sul futuro dell’area Schengen ha, infatti, evidenziato approcci diversi. Alcune visioni pongono l’accento sulla necessità di aggiornare il funzionamento dello spazio di libera circolazione, tenendo conto di sfide quali le minacce ibride, la criminalità transfrontaliera e i flussi migratori irregolari, ritenendo legittimo in alcuni casi il ricorso a controlli interni. Altre sottolineano invece il rischio di un progressivo allontanamento dai principi su cui si basa l’Accordo, con una libertà di movimento percepita come sempre meno garantita. Il dibattito interessa inoltre la gestione delle frontiere esterne, la cooperazione con i Paesi terzi e il rafforzamento della fiducia reciproca tra gli Stati membri. In questo contesto si inserisce il ciclo Schengen 2025-2026, presentato nella Relazione sullo stato di Schengen del 2025 della Commissione, che punta a un coordinamento integrato delle politiche e a decisioni strategiche per garantire libertà e sicurezza. Tra le iniziative principali, il potenziamento degli strumenti comuni per individuare e rispondere rapidamente alle vulnerabilità interne e il rafforzamento dei sistemi nazionali di governance Schengen, con la nomina di coordinatori nazionali e seminari dedicati a norme minime e applicazione efficace. Un traguardo significativo è stato l’ingresso di Bulgaria e Romania nello spazio Schengen dal 1º gennaio 2025, completando un percorso iniziato con la loro adesione all’UE 18 anni fa e confidando in risparmi economici rilevanti per imprese e trasporti. Schengen resta comunque una conquista concreta, ma esige anche un delicato equilibrio tra libertà e responsabilità, che richiede scelte politiche coerenti per garantirne il futuro.
costanza.gariglio@unioncamere-europa.eu
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