Trasformazione digitale dell’UE: un bilancio tra progressi e criticità

Più che una semplice valutazione, la relazione 2025 sullo stato della trasformazione digitale dell’UE rappresenta un bilancio preparatorio in vista della revisione del Programma politico del Decennio digitale (DDPP), prevista per il 2026. Il documento esamina quattro aree chiave - infrastrutture digitali, digitalizzazione delle imprese, competenze digitali e servizi pubblici digitali - restituendo un quadro a luci e ombre.
Da un lato, si registrano alcuni progressi nella dematerializzazione dei servizi pubblici e nell’attuazione delle “roadmap” nazionali, che complessivamente contano quasi 2.000 misure e 288,6 miliardi di euro in investimenti. Dall’altro, desta preoccupazione il livello ancora insufficiente delle competenze digitali: solo il 55,6% dei cittadini europei possiede competenze digitali di base, ben lontano dall’obiettivo dell’80% entro il 2030. L'adozione dell'intelligenza artificiale (AI), del cloud e dei big data da parte delle aziende è migliorata, ma deve accelerare.
Anche il traguardo dei 20 milioni di specialisti ICT entro il 2030 appare a rischio, tanto che la Commissione potrebbe rivedere l’obiettivo nella prossima revisione del DDPP. Le infrastrutture digitali critiche, inoltre, stentano a stare al passo con le necessità del mercato, che resta frammentato e sempre più dipendente da tecnologie non europee.
Eppure, se l’UE riuscisse a raggiungere gli obiettivi digitali fissati per il 2030, il PIL europeo potrebbe crescere dell’1,8%. In un contesto segnato da tensioni geopolitiche e crescente competizione tecnologica globale, la trasformazione digitale assume quindi un ruolo strategico per la competitività, la sicurezza e la resilienza dell’Unione.
La Commissione propone una risposta multidimensionale, basata su investimenti pubblici, un maggiore coinvolgimento del capitale privato – in particolare nelle tecnologie chiave come intelligenza artificiale, cloud computing, cybersicurezza e calcolo quantistico – e una partecipazione attiva delle autorità locali.
Spostando lo sguardo all’Italia, il quadro nazionale appare in miglioramento. Il nostro Paese ha infatti compiuto progressi significativi nel potenziamento delle infrastrutture e dei servizi pubblici digitali. Restano tuttavia delle sfide, in particolare nell’adozione dell’intelligenza artificiale e nello sviluppo dell’ecosistema delle startup. Nonostante ciò, l’Italia mantiene un ruolo di primo piano in tecnologie strategiche come la quantistica e i semiconduttori. Complessivamente, il contributo italiano al Decennio digitale è caratterizzato da un elevato livello di ambizione: sono stati fissati 14 obiettivi nazionali, di cui il 79% allineati a quelli europei per il 2030.
chiara.gaffuri@unioncamere-europa.eu
Aggiornato il