PASSAPAROLA - Commercio globale in stallo: tra tensioni geopolitiche e risposte europee

Il commercio mondiale sta attraversando una fase di forte incertezza e rallentamento, con prospettive preoccupanti per il biennio 2025-2026. Lo evidenzia l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), Global Trade Outlook and Statistics – April 2025, pubblicato mercoledì 16 aprile. Secondo l’OMC, dopo una crescita del 2,9% registrata nel 2024, il volume delle merci scambiate subirà una contrazione dello 0,2% nel 2025, seguita da una ripresa solo parziale del 2,5% prevista per il 2026.
Le previsioni si basano sulle tariffe effettivamente in vigore al 14 aprile, e non tengono conto delle cosiddette tariffe “reciproche” annunciate dal Presidente statunitense Donald Trump. Qualora queste venissero applicate, l’impatto sarebbe ben più significativo: l’OMC stima un calo complessivo dell’1,5% nel volume del commercio mondiale di merci, con effetti particolarmente negativi per i Paesi meno sviluppati. Il rallentamento in atto, tuttavia, non era inevitabile: senza i nuovi annunci tariffari introdotti da inizio anno, il commercio mondiale avrebbe potuto crescere di circa il 3% nel 2025. Pertanto, il rischio di politiche commerciali restrittive e la conseguente incertezza normativa (Trade Policy Uncertainty, TPU) hanno contribuito ad acuire la frammentazione degli scambi globali, ribaltando un trend inizialmente favorevole.
L’OMC segnala inoltre una crescente deviazione dei flussi commerciali: con l’interruzione degli scambi tra USA e Cina, si prevede un incremento tra il 4% e il 9% delle esportazioni cinesi verso altre regioni del mondo, esercitando una pressione competitiva crescente sui mercati terzi.
Anche il commercio di servizi, per la prima volta incluso nella panoramica dell’OMC, ha registrato un aumento inferiore alle attese a causa degli effetti indiretti delle barriere doganali. Dopo un robusto +6,8% registrato nel 2024, si prevede un rallentamento della crescita al +4,0% nel 2025 e al +4,1% nel 2026. I settori più colpiti saranno trasporti e viaggi, in quanto strettamente connessi alla domanda di beni e al clima di fiducia economica.
In questo scenario, l’UE si muove sul fronte della sicurezza commerciale per rafforzare la propria coerenza interna nel controllo delle esportazioni attraverso strumenti normativi mirati. La recente Raccomandazione (UE) 2025/683 della Commissione europea punta a rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri nella definizione di liste nazionali di controllo dei beni a duplice uso – ossia prodotti e tecnologie con possibile impiego sia civile sia militare – sulla base di valutazioni comuni del rischio e standard tecnici in linea con i regimi multilaterali.
Pur non vincolante, la raccomandazione rappresenta un importante passo verso la creazione di un quadro procedurale condiviso in materia. In un momento in cui l’incertezza politica e le restrizioni commerciali stanno ridisegnando le catene del valore globali, l’armonizzazione delle liste di controllo può contribuire a prevenire la frammentazione normativa interna e a salvaguardare al contempo l’integrità del mercato unico.
In sostanza, la raccomandazione conferma come il commercio internazionale non sia più una semplice leva economica, quanto piuttosto un vero e proprio strumento politico per la tutela e la promozione degli interessi strategici dell’UE in un contesto geopolitico e commerciale sempre più instabile e frammentato.
alessandra.laterza@unioncamere-europa.eu
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