Difesa europea: la CE apre il dialogo strategico

La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha aperto lo scorso 12 maggio il primo Dialogo strategico con l’industria europea della difesa. Secondo l'Esecutivo europeo, il settore sta prontamente rispondendo alle nuove sfide incrementando le linee produttive.Tra le molte misure a supporto del comparto che sostiene oltre 800.000 posti di lavoro diretti e indiretti, la Commissione ha anche attivato lo strumento della “national escape clause” all’interno del piano ReArm Europe/Readiness 2030 pubblicato a marzo 2025. Dodici Stati membri (Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia), hanno già richiesto formalmente l’applicazione di questa clausola, che consentirà loro di aumentare la spesa per la difesa fino a un massimo dell’1,5% del PIL, rimanendo comunque nel quadro delle regole fiscali UE.
L’iniziativa rientra in un pacchetto più ampio previsto dal piano, che include anche uno strumento di finanziario, il c.d. SAFE loan (Security Action for Europe loan), proposto dalla Commissione europea, con cui raccogliere fino a 150 miliardi di euro emettendo obbligazioni comuni dell’UE sui mercati finanziari per sostenere la modernizzazione dell’industria europea della difesa. In pratica, l’UE agirà come mutuatario collettivo, consentendo agli Stati membri interessati di accedere a prestiti a condizioni molto favorevoli rispetto a quanto potrebbero ottenere individualmente. La Commissione sta ora valutando le richieste ricevute, che verranno sottoposte all’approvazione del Consiglio nel quadro del Pacchetto di Primavera 2025 del Semestre Europeo pubblicato entro fine maggio.
Alcune Camere di Commercio europee di diritto privato hanno chiesto ad Eurochambres di prendere posizione sulle politiche di difesa dell’UE, sottolineando l’importanza della cyber difesa e della mobilità civile e militare per la sicurezza e la stabilità economica, richiedendo strategie integrate che allineino la preparazione alla difesa con la continuità operativa delle imprese, affinché l’attività economica resti stabile di fronte alle nuove minacce. In questo contesto, le imprese saranno chiamate ad aumentare la capacità produttiva, accelerare l’innovazione tecnologica, rafforzare le filiere per investire nella formazione di una forza lavoro specializzata. L’intero indotto della difesa dovrà rispondere con rapidità e flessibilità alla crescente domanda, contribuendo alla competitività industriale e tecnologica.
diana.marcello@unioncamere-europa.eu
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