L'INTERVISTA - Roberta Metsola
- L’attuale ciclo istituzionale si avvicina al traguardo di metà percorso: quale modello di Unione europea dovrebbe iniziare a delinearsi affinché la prossima legislatura erediti un’Unione più resiliente, più unita e meglio preparata ad affrontare le sfide globali?
Ho sempre sostenuto l’importanza di chiederci quale Europa lasceremo alle future generazioni. Il progetto europeo è in continua evoluzione e si adatta alle sfide del nostro tempo. Oggi l’Europa si confronta con questioni complesse: dalla sicurezza economica ed energetica alle tensioni geopolitiche, dai rapidi sviluppi tecnologici alla diffusione della disinformazione. Tutti questi fattori mettono alla prova la stabilità delle nostre società e delle nostre istituzioni, influenzando profondamente il nostro tessuto sociale e, in ultima analisi, la nostra democrazia. È quindi più che mai fondamentale tutelare i valori che consideriamo essenziali – valori che le generazioni precedenti hanno difeso strenuamente.
Abbiamo tuttavia già dimostrato, e più volte, di esserne capaci. Di recente, abbiamo dovuto confrontarci con una guerra di aggressione nel nostro continente, che ci ha imposto di rafforzare le nostre capacità di difesa, la nostra solidarietà, la nostra unità e il nostro impegno per proteggere il nostro modello di vita. Abbiamo affrontato la sfida con decisione, e sono orgogliosa della risposta che l’Unione ha saputo dare.
Allo stesso tempo, sono convinta che già oggi possiamo porre le basi per il futuro, ad esempio accelerando la transizione verso l’energia pulita per garantire la sicurezza energetica, oppure introducendo le necessarie tutele affinché la trasformazione digitale sia responsabile, sicura ed efficiente, contribuendo allo stesso tempo a rafforzare la competitività economica e a creare nuove opportunità occupazionali. Molto di questo si riflette nella nostra agenda per la semplificazione: eliminando la burocrazia superflua e riducendo gli oneri amministrativi, possiamo rendere l’Unione più pronta e più attrezzata ad affrontare le sfide globali.
Dobbiamo dotare l’Unione europea degli strumenti necessari per rimanere flessibile e dinamica. Entrando nella fase legislativa di questo ciclo istituzionale, è essenziale consolidare il lavoro già avviato per costruire un’Unione più autonoma dal punto di vista strategico, più competitiva sul piano economico e capace di agire con unità e fiducia sul palcoscenico internazionale.
- Con l’avvio dei negoziati sul prossimo Quadro finanziario pluriennale, in che modo l’Unione dovrebbe bilanciare la competitività di lungo periodo e l’autonomia strategica con il proprio impegno a favore della coesione e della solidarietà tra gli Stati membri?
A mio avviso, la competitività di lungo periodo, l’autonomia strategica e la coesione non rappresentano obiettivi tra loro contrapposti. Al contrario, procedono di pari passo: un’Europa innovativa, resiliente e capace di fare affidamento sulle proprie forze può realizzarsi solo se tutti gli Stati membri sono in grado di contribuire a tale obiettivo con determinazione, beneficiandone.
Il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale sarà decisivo per rafforzare la competitività dell’Europa e consolidarne l’autonomia, continuando al contempo a investire nelle persone, nei territori e nella coesione sociale.
La coesione contribuisce a potenziare la competitività europea garantendo che tutti gli Stati membri dispongano di economie solide, di una forza lavoro qualificata e della capacità di innovare, elementi che rafforzano il funzionamento del Mercato unico. La solidarietà consente all’Unione di agire collettivamente, rendendo possibili investimenti congiunti, la condivisione dei rischi e risposte coordinate che nessuno Stato membro potrebbe sostenere da solo. Insieme, coesione e solidarietà costituiscono la base dell’autonomia strategica dell’Unione, rendendola più resiliente, indipendente, competitiva e capace di progredire sul piano economico, tecnologico e geopolitico.
- In un contesto geopolitico sempre più complesso e competitivo, quale ruolo dovrebbe svolgere il Parlamento europeo nel contribuire a definire una politica estera dell’Unione più coerente e assertiva?
Il Parlamento europeo svolge un ruolo significativo nell’ambito della politica estera grazie alle sue competenze di bilancio e di codecisione, in particolare per quanto riguarda il commercio e la cooperazione internazionale. Il Parlamento è inoltre impegnato in attività di diplomazia parlamentare, nel sostegno alla democrazia e nelle missioni di osservazione elettorale. Soprattutto, contribuisce a orientare le politiche dell’Unione attraverso dibattiti, risoluzioni e relazioni che spesso definiscono le priorità dell’agenda europea.
Collaborando con le altre istituzioni dell’UE – come la Commissione ed il Consiglio – e dialogando direttamente con gli Stati membri, il Parlamento europeo contribuisce a garantire che l’Europa possa agire sulla scena internazionale con maggiore unità, chiarezza e legittimità.
Il Parlamento ha inoltre la capacità di portare all’attenzione dell’opinione pubblica i grandi temi del nostro tempo, offrendo uno spazio ai leader internazionali – come il Presidente Zelensky – per rivolgersi all’Europa.
- Le crisi recenti – dalle perturbazioni nelle catene di approvvigionamento agli shock alla sicurezza – hanno messo in luce delle vulnerabilità del modello economico europeo. Quali cambiamenti strutturali ritiene necessari per rafforzare la base industriale dell’Europa, mantenendo contemporaneamente un’apertura al commercio globale?
L’Europa è un continente di innovatori e il nostro mercato unico, insieme alla nostra capacità di incidere a livello globale, testimonia la solidità di questi punti di forza. È tuttavia vero che eventi esterni recenti hanno evidenziato alcune fragilità, ricordandoci che la nostra posizione non può essere data per scontata e che anche noi dobbiamo evolvere e adattarci. Nel corso di questo mandato, il Parlamento europeo sta lavorando alla diversificazione delle catene di approvvigionamento in settori strategici quali energia, prodotti farmaceutici, semiconduttori e materie prime, attraverso investimenti nelle imprese europee e nelle start-up, mantenendo ampie e solide partnership a livello globale.
Dobbiamo inoltre sostenere un incremento degli investimenti in materia di ricerca e sviluppo industriale, nella produzione deep-tech e nell’adozione di tecnologie da parte delle PMI, tramite programmi di finanziamento, incentivi normativi e iniziative mirate allo sviluppo delle competenze in tutti gli Stati membri. Il Parlamento sta guidando gli sforzi per approfondire ulteriormente il Mercato unico, in particolare nei settori dei servizi, dei capitali e dell’energia, adottando misure legislative e interventi di semplificazione volti a ridurre la frammentazione e a consentire alle imprese europee di crescere e competere in modo più efficace.
- Il coinvolgimento dei cittadini rimane una sfida centrale per l’Unione. Come può il Parlamento rafforzare il proprio legame con gli europei e garantire che l’elaborazione delle politiche rispecchi soprattutto i timori delle giovani generazioni?
Il coinvolgimento delle giovani generazioni è fondamentale per il futuro del progetto europeo. I cittadini non desiderano essere semplicemente informati sugli esiti finali dei processi decisionali: vogliono essere certi che la loro voce abbia un impatto reale fin dalle fasi iniziali del processo legislativo. E chiedono che l’Unione affronti con urgenza le loro reali preoccupazioni, quali l’accesso agli alloggi, la creazione di posti di lavoro di qualità o il cambiamento climatico. Il nostro primo compito deve quindi essere quello di ascoltarli.
Un altro ambito da sviluppare è la comunicazione. Il Parlamento non può continuare a utilizzare un linguaggio tecnocratico: così facendo, rischia di ridurre ulteriormente il proprio pubblico. Occorre superare i canali tradizionali e creare nuove forme di dialogo che consentano ai giovani di contribuire in modo concreto alle nostre decisioni. Dobbiamo coinvolgerli sulle piattaforme che utilizzano quotidianamente, in particolare sui social media, e promuovere momenti di confronto diretto. È per questo che, durante le mie missioni negli Stati membri, mi impegno sempre a incontrare i giovani. Perché, se vogliamo costruire un’Unione capace di rispondere alle loro aspirazioni e preoccupazioni, dobbiamo considerarli co-creatori del futuro dell’Europa, non semplici destinatari delle decisioni.
- Le Camere di Commercio svolgono un ruolo cruciale nel connettere le imprese con le istituzioni pubbliche e nel tradurre le politiche dell’UE in risultati economici concreti. In che modo il Parlamento europeo può collaborare più strettamente con queste organizzazioni per rafforzare la competitività dell’Europa e garantire che il Mercato unico produca benefici per tutte le PMI, non solo per quelle più innovative e dirompenti?
Ricoprono un ruolo essenziale per garantire che l’attività legislativa sia efficace. Nessuno conosce meglio di loro – in ogni dimensione, grande o piccola – le sfide che le PMI si trovano ad affrontare. Per questo motivo la loro esperienza deve essere valorizzata al meglio.
È importante che gli Stati Membri si confrontino con regolarità attraverso consultazioni strutturate, iniziative congiunte e un dialogo costante, così da comprendere appieno le esigenze e le difficoltà delle PMI. Questa modalità di collaborazione rappresenta un esempio concreto di come possiamo sfruttare le rispettive competenze per far progredire l’Europa e migliorare la qualità della vita, a favore del benessere e della prosperità di tutti i cittadini europei.
Roberta Metsola
Presidente del Parlamento Europeo
Aggiornato il