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Bruxelles accelera sulla semplificazione

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La Commissione europea ha avviato una vera e propria “manutenzione straordinaria” del quadro normativo dell’UE, con l’obiettivo di ridurre oneri, duplicazioni e complessità che pesano su imprese e cittadini. L’intento è quello di rendere più semplice operare nel mercato unico e rafforzare la competitività europea, in un momento in cui l’Europa deve confrontarsi con la concorrenza globale e con le sfide della transizione verde e digitale.

Per riuscirci Bruxelles prepara pacchetti legislativi cosiddetti omnibus, capaci di modificare più normative in un colpo solo, eliminando obblighi non più attuali o duplicati. Centrale è anche il principio “one in, two out”: per ogni nuovo obbligo che introduce costi amministrativi, ne dovranno essere rimossi almeno due. Le consultazioni pubbliche e i sondaggi avviati dalla Commissione puntano a identificare le norme più gravose, come quelle sull’accesso ai fondi UE o sugli appalti, spesso percepite come sproporzionate rispetto agli obiettivi di tutela.

Alcuni primi risultati sono già visibili, ad esempio con la revisione della direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) e della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), mirata a ridurre frequenza e complessità dei report. La digitalizzazione dei processi amministrativi è un altro pilastro, con strumenti di reporting semplificato e procedure online che possono ridurre tempi e costi soprattutto per le PMI.

Non sorprende quindi che Camere di commercio e associazioni di categoria abbiano accolto con favore l’iniziativa: secondo la Commissione, gli oneri amministrativi costano alle piccole imprese fino al 4% del fatturato annuo, il doppio rispetto alle grandi. Ma non mancano le critiche: sindacati e ambientalisti avvertono che la soppressione di regole considerate “ridondanti” rischia di indebolire standard sociali e ambientali che restano un punto di forza del modello europeo. La vera sfida sarà trovare il giusto equilibrio tra semplificazione e tutela, tra velocità ed efficienza da un lato e trasparenza e garanzie dall’altro.

I prossimi mesi saranno decisivi. Il 16 settembre è partita una call for evidence per il prossimo pacchetto omnibus, atteso entro fine anno, dedicato al settore digitale. Sul tavolo ci sono temi sensibili come gestione dei dati, sicurezza informatica e applicazioni di intelligenza artificiale, con possibili adeguamenti al GDPR e all’AI Act. Per l’Italia, e per il sistema camerale in particolare, la sfida sarà duplice: cogliere le opportunità di un quadro più snello e innovativo, ma vigilare affinché la semplificazione non significhi minori tutele o nuove incertezze per le imprese, soprattutto quelle di dimensioni più ridotte.

chiara.gaffuri@unioncamere-europa.eu

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