EDITORIALE - EES 2026: deboli segnali di ripresa, ostacoli persistenti
Cauto ottimismo e persistenti criticità emergono dall’Eurochambres Economic Survey 2026, l’indagine economica annuale dell’Associazione europea delle Camere di Commercio, che quest’anno ha coinvolto 41.000 imprese in 28 Paesi. A livello europeo, le previsioni sulle vendite interne migliorano in maniera visibile rispetto al recente passato: la maggioranza delle imprese indica attese di crescita, dopo un 2025 segnato da una domanda debole. Anche le esportazioni mostrano un orientamento positivo, seppur a ritmi moderati e inferiori ai livelli pre-pandemia. Gli investimenti appaiono stabili: non arretrano, ma non mostrano ancora una dinamica di vero rilancio. L’occupazione è prevista in contenuto aumento, segno di una fiducia che rimane prudente.
Parallelamente, l’indagine conferma il peso dei principali ostacoli alla competitività. Il costo del lavoro è indicato dalle imprese europee come la prima preoccupazione, seguito dagli oneri regolamentari, che salgono di intensità rispetto allo scorso anno. La mancanza di competenze adeguate resta uno dei vincoli più diffusi, soprattutto nei settori legati alla transizione digitale ed energetica. Insieme, queste tre aree incidono direttamente sulle decisioni di investimento, di assunzione e di espansione commerciale.
Per quanto riguarda l’Italia, le imprese partecipanti all’indagine mostrano un andamento in linea con la media europea, con alcuni elementi specifici. Le aspettative sul mercato interno risultano leggermente più favorevoli rispetto al comparto export, mentre la crescita delle vendite all’estero è prevista, ma a ritmi contenuti. Anche sul fronte degli investimenti, le imprese italiane segnalano una propensione stabile, sostenuta da un contesto di inflazione più moderata ma ancora condizionata da margini compressi. Le criticità riportate ricalcano quelle europee: costi del lavoro, burocrazia e competenze restano i tre principali fattori limitanti.
Alcuni messaggi a livello europeo meritano di essere evidenziati: la necessità di rafforzare la prevedibilità economica e il sostegno ai costi produttivi; la richiesta di interventi di semplificazione normativa e digitalizzazione amministrativa; l’urgenza di affrontare le barriere che frammentano il mercato unico; il potenziamento delle politiche per le competenze lungo tutta la vita lavorativa; la necessità di infrastrutture energetiche e autorizzazioni più efficienti per la transizione verde; il supporto all’internazionalizzazione delle PMI e alla diversificazione dei mercati. L’immagine complessiva che emerge dall’EES 2026 è quella di un sistema imprenditoriale europeo resiliente, che mostra segnali di ripresa ma che resta strutturalmente limitato.
L’Italia si colloca pienamente in questo scenario: una ripresa possibile, ma condizionata dalla capacità di ridurre i costi indiretti, liberare le risorse amministrative e rafforzare le competenze necessarie a competere nei nuovi mercati globali. È tempo che le nostre imprese, sostenute dal sistema camerale e dalle istituzioni, diventino protagoniste della ripresa europea, trasformando la resilienza accumulata in slancio concreto. Il sistema camerale italiano deve ora assumere un ruolo ancora più attivo: tradurre le priorità europee in servizi quotidiani per il tessuto produttivo nazionale, stimolare la formazione e la mobilità delle competenze, favorire l’accesso ai mercati globali, alleggerire i fardelli normativi e creare condizioni stabili per fare impresa.
On. Michl Ebner
Vicepresidente di Eurochambres
Capo Delegazione Unioncamere presso Eurochambres
Presidente della CCIATA di Bolzano
Aggiornato il