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IA, Bruxelles pubblica il Codice di condotta: attese deluse e scenari incerti

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Con oltre due mesi di ritardo, la Commissione europea ha pubblicato il Codice di condotta per l’intelligenza artificiale a uso generale, pensato per chiarire l’applicazione dell’AI Act, la nuova legge europea sull’IA. Nonostante le aspettative, il documento ha sollevato numerose critiche: eccessiva influenza di big tech come Meta e Apple, e poche garanzie su copyright e diritti fondamentali.

Il General-Purpose AI Code of Practice (GPAI) è non vincolante, ma i fornitori che non vi aderiscono dovranno dimostrare in altro modo la conformità all’AI Act, rischiando controlli supplementari. Meta ha già dichiarato di non voler firmare.

Diviso in tre sezioni (trasparenza, copyright, sicurezza), il Codice:

  • richiede la condivisione documentale dei modelli, ma non impone la pubblicazione dettagliata dei dati di addestramento (Trasparenza).
  • invita a usare solo contenuti legalmente accessibili, prevedendo misure tecniche di protezione non meglio definite (Diritto d’autore).
  • distingue tra rischi primari (deepfake, disinformazione, diritti) e secondari (pregiudizi, incitamento all’odio), ma solo i primi richiedono audit esterni. Una scelta che solleva preoccupazioni, dato il potenziale impatto sociale di questi ultimi (Sicurezza).

Nelle prossime settimane gli Stati membri e la Commissione valuteranno l'adeguatezza del GPAI, che sarà integrato da orientamenti dell'Esecutivo europeo sui concetti chiave relativi ai modelli di IA per uso generale (saranno pubblicati sempre a luglio).

Una volta approvato dagli Stati membri e dalla Commissione, i fornitori di modelli di IA che lo firmano volontariamente potranno dimostrare di rispettare la legge sull'IA aderendo al codice. Ciò ridurrà il loro onere amministrativo e darà loro maggiore certezza giuridica rispetto a quanto accadrebbe se dimostrassero la conformità con altri metodi.

L’AI Act entrerà in vigore il 2 agosto 2025 per i nuovi modelli, con tempo di adeguamento fino al 2027 per quelli preesistenti. Il Codice di condotta potrebbe restare in vigore fino a fine 2025, in attesa di ulteriori linee guida da Bruxelles.

chiara.gaffuri@unioncamere-europa.eu

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