IA: il Codice di Condotta europeo in bilico tra innovazione e tutela

Il tanto atteso “Codice di condotta generale sull’intelligenza artificiale”, originariamente previsto per il 2 maggio, non sarà probabilmente pronto prima dell'inizio dell'estate. La sua stesura, infatti, è stata influenzata da critiche e da un'intensa campagna di lobbying, principalmente da parte dei giganti tecnologici, che ha suscitato l'attenzione di numerose associazioni e ONG europee.
Il Codice ha lo scopo di guidare i fornitori di IA nel rispetto delle normative europee, in particolare l'AI Act. Tuttavia, la sua formulazione ha incontrato diverse resistenze, al punto che la missione del governo statunitense nell'UE ha recentemente preso una posizione di critica, chiedendo addirittura il ritiro del testo.
Nonostante l'incertezza sulla data esatta di pubblicazione, si stima che il Codice vedrà la luce prima di agosto, in concomitanza con l'entrata in vigore di alcune disposizioni dell'AI Act, in particolare quelle relative alle sanzioni. Tuttavia, questa tempistica non è stata ancora confermata ufficialmente dalla Commissione Europea. Uno degli aspetti più controversi riguarda la natura volontaria di alcune misure previste dal Codice, come quelle destinate a prevenire le violazioni dei diritti umani e della privacy. Questa scelta è stata ampiamente discussa da operatori del settore e parlamentari europei, che ritengono che la mancanza di obbligatorietà rischi di compromettere l'efficacia delle norme.
D'altro canto, alcune associazioni del settore digitale europeo hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’“onere amministrativo aggiuntivo” che l’adozione del Codice potrebbe comportare per le aziende. Le critiche si concentrano soprattutto sull'intensificarsi della burocrazia, con il rischio di ostacolare l'innovazione nel campo dell'intelligenza artificiale. Tuttavia, diversi esperti coinvolti nella redazione del Codice sono fiduciosi che esista un terreno comune su cui costruire un equilibrio tra innovazione e protezione dei diritti fondamentali.
chiara.gaffuri@unioncamere-europa.eu
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