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L'INTERVISTA - Ulrich Ahle

Ahle Gaia - X foto
  • Qual è stata la motivazione originaria alla base della nascita di Gaia-X e come si è evoluta la sua missione nel tempo?

Gaia-X nasce da una constatazione molto concreta: il futuro digitale dell’Europa non poteva basarsi esclusivamente su soluzioni nazionali frammentate né su piattaforme chiuse e proprietarie extra UE. Quando l’iniziativa è stata annunciata alla fine del 2019 e formalmente costituita nel 2021 su impulso di Francia e Germania, la preoccupazione immediata riguardava la crescente dipendenza europea da infrastrutture e servizi cloud non europei e i rischi che ciò comportava per la competitività, l’innovazione e la sovranità. Fin dall’inizio, tuttavia, Gaia-X non è mai stata concepita come un “hyperscaler europeo” né come una risposta protezionistica.

La motivazione originaria era quella di definire un modello europeo per l’economia digitale, capace di coniugare apertura e fiducia, concorrenza e interoperabilità, innovazione e conformità normativa. In breve tempo, l’attenzione si è spostata dall’infrastruttura cloud in senso stretto a una dimensione più ampia e strategica: i dati. È emerso chiaramente che la vera forza dell’Europa non risiede nella replica di capacità hyperscale, bensì nella possibilità di abilitare una condivisione affidabile dei dati tra settori, confini e organizzazioni.

Nel tempo, Gaia-X si è evoluta da strumento politico a quadro tecnico e di governance. La missione si è affinata, passando dall’idea di “costruire un cloud europeo” alla definizione di regole, standard e meccanismi di verifica che consentano a cloud, edge e spazi di dati diversi di operare insieme secondo principi condivisi. Questa evoluzione è stata essenziale per un allineamento stretto con la Strategia europea per i dati e per posizionare Gaia-X come abilitatore degli spazi di dati, piuttosto che come concorrente delle infrastrutture esistenti.

Oggi la missione di Gaia-X è chiara e focalizzata: fornire il livello di fiducia per gli ecosistemi digitali europei, traducendo valori quali trasparenza, controllo, equità e interoperabilità in meccanismi concreti e verificabili automaticamente. Il percorso non è stato lineare, ma il risultato è solido: Gaia-X rappresenta oggi una componente fondante dell’economia europea dei dati.

  • Come descriverebbe l’attuale livello di maturità di Gaia-X e qual è la sua visione di lungo periodo per l’interoperabilità e la sovranità digitale in Europa?

Gaia-X ha superato la fase concettuale, entrando decisamente in quella attuativa. Nei primi anni, una parte significativa del lavoro si è concentrata sulla definizione dei principi, della governance e delle basi tecniche. Si è trattato di una fase necessaria ma complessa, data l’eterogeneità dell’ecosistema coinvolto. Oggi Gaia-X si trova in una fase diversa: è operativa, con specifiche funzionanti, Digital Clearing Houses attive e implementazioni concrete in diversi settori.

In termini di maturità, Gaia-X può essere definita strutturalmente completa e in fase di scalabilità operativa. Il Trust Framework è stabile, i meccanismi di conformità sono utilizzabili e i componenti tecnici sono già impiegati in ambienti di produzione. Al tempo stesso, Gaia-X mantiene una forte capacità di adattamento, essendo progettata per evolvere in risposta a nuovi requisiti normativi, tecnologie emergenti e casi d’uso, in particolare nell’ambito dell’intelligenza artificiale e dell’edge computing.

La visione di lungo periodo non è la creazione di una piattaforma unica europea, bensì l’interoperabilità “by design” dell’intero panorama digitale europeo. In questo contesto, la sovranità digitale consente agli attori europei di scegliere e combinare liberamente i servizi, trasferire dati senza attriti e verificare automaticamente la conformità, indipendentemente dal fornitore.

Tra dieci anni, il successo di Gaia-X si misurerà dalla quasi invisibilità dei suoi principi: identità affidabili, servizi portabili e regole di utilizzo dei dati applicabili dovrebbero essere la normalità nel funzionamento degli ecosistemi digitali europei. Gaia-X è destinata a svolgere un ruolo analogo a quello del GSM nelle comunicazioni mobili: un tessuto connettivo che permette all’innovazione di scalare in modo sicuro oltre i confini e i settori. L’interoperabilità non è un lusso tecnico, ma una necessità strategica; il compito di Gaia-X è renderla concreta, affidabile e sostenibile per l’Europa.

 

  • Quali sono state le principali sfide affrontate finora e quali lezioni possono trarre altre iniziative europee dall’esperienza di Gaia-X?

La sfida più grande per Gaia-X è stata anche la sua ambizione principale: costruire consenso all’interno di un ecosistema estremamente eterogeneo. Riunire governi, grandi imprese industriali, PMI, fornitori di servizi cloud, istituti di ricerca e pubbliche amministrazioni ha comportato inevitabilmente complessità, dovute ad aspettative, tempistiche ed interpretazioni del concetto di “sovranità” differenti.

Un insegnamento fondamentale è che la governance è importante quanto la tecnologia. Nelle fasi iniziali è emerso chiaramente che l’apertura, da sola, non è sufficiente: deve essere accompagnata da strutture decisionali chiare e da meccanismi di responsabilità. Nel tempo, Gaia-X ha semplificato la propria governance, chiarito i ruoli e rafforzato l’orientamento ai risultati. Questo passaggio è stato determinante per il passaggio dalla teoria alla pratica.

Un’altra lezione chiave riguarda il superamento di ingannevoli duplicità da parte delle iniziative europee. Il dibattito è stato spesso ridotto a “fornitori europei contro fornitori non europei”. In realtà, l’approccio più efficace è “regole contro assenza di regole”. Gaia-X ha dimostrato che la sovranità riguarda l’applicabilità della governance, non la nazionalità degli operatori, un principio che sta influenzando sempre più l’insieme delle politiche digitali europee.

Infine, Gaia-X ha evidenziato che gli standard creano valore solo se applicati concretamente. Da qui l’investimento in progetti pilota, iniziative faro e l’allineamento con gli spazi di dati. Altre iniziative europee possono trarne insegnamento: partire da una visione chiara, ma validarla fin da subito attraverso implementazioni reali. Le difficoltà incontrate hanno contribuito a rafforzare il quadro complessivo, rendendo Gaia-X più resiliente e solida. Questa resilienza rappresenta oggi uno dei suoi punti di forza più significativi.

  • Quali settori stanno già beneficiando dell’adozione di Gaia-X e dove si concentrano le maggiori opportunità di crescita e innovazione?

Gaia-X sta già generando valore in diversi settori chiave in cui la condivisione dei dati è al tempo stesso sensibile e strategicamente rilevante. Un esempio emblematico è il comparto manifatturiero e automotive, in particolare attraverso iniziative come Catena-X, che consentono uno scambio affidabile di dati lungo catene del valore complesse, migliorando resilienza, trasparenza e sostenibilità.

Un altro ambito di forte adozione è quello della mobilità e dei trasporti. Gli spazi di dati permettono a città, gestori delle infrastrutture e fornitori di servizi di condividere dati in tempo reale in modo sicuro, migliorando la gestione del traffico, riducendo le emissioni e favorendo soluzioni di trasporto multimodale.

Nel settore energetico, gli spazi di dati basati su Gaia-X supportano l’integrazione delle fonti rinnovabili, l’ottimizzazione delle reti e lo sviluppo delle comunità energetiche locali, elementi centrali per la transizione verde europea, dove l’interoperabilità dei dati è cruciale. Si registra inoltre una crescente dinamica nel settore sanitario, dove il requisito della fiducia è fondamentale: i concetti di Gaia-X consentono a ospedali, ricercatori e autorità pubbliche di collaborare su dati sensibili nel pieno rispetto di rigorosi standard di privacy ed etica.

Guardando al futuro, le opportunità più promettenti si collocano all’intersezione tra intelligenza artificiale, spazi di dati ed edge computing. I sistemi di IA sono affidabili solo quanto i dati su cui si basano, e Gaia-X fornisce le fondamenta per un’IA trasparente, verificabile e allineata ai valori europei. Le PMI saranno tra i principali beneficiari di questa nuova fase: riducendo le barriere all’ingresso e la dipendenza da piattaforme chiuse, Gaia-X consente anche agli operatori più piccoli di partecipare a grandi ecosistemi su basi paritarie, accelerando decisamente l’innovazione.

Con il prossimo bilancio UE che pone l’accento su digitale, cloud e cybersicurezza, quali nuove opportunità potrebbero aprirsi per Gaia-X e il suo ecosistema?

Il prossimo Quadro finanziario pluriennale rappresenta un momento decisivo per tradurre gli obiettivi di politica digitale della Commissione europea in una realtà operativa su larga scala. Negli ultimi anni, le priorità si sono chiaramente delineate attraverso la Strategia europea per i dati, gli obiettivi del Decennio digitale, la Strategia su cloud ed edge e la recente legislazione, come il Data Act e l’AI Act. La sfida ora è l’attuazione concreta, ambito in cui Gaia-X può svolgere un ruolo abilitante fondamentale.

Una prima grande opportunità riguarda l’industrializzazione e la scalabilità degli spazi di dati europei, individuati dalla Commissione come pilastro dell’economia europea dei dati. Dopo una fase di sperimentazione di successo nell’ambito di programmi come Digital Europe e Horizon Europe, il prossimo ciclo di bilancio potrà sostenerne l’estensione transfrontaliera e intersettoriale. Gaia-X contribuisce garantendo interoperabilità, regole comuni, identità condivise e meccanismi di fiducia verificabili, evitando la frammentazione in silos digitali.

Un’ulteriore leva strategica è rappresentata dai finanziamenti e dagli appalti pubblici. Collegando i fondi europei e nazionali a requisiti di interoperabilità, portabilità e conformità “by design”, il QFP può accelerare l’adozione di infrastrutture digitali aperte e federate. Gaia-X offre il quadro tecnico e di governance necessario per rendere operativi tali requisiti, orientando gli investimenti pubblici verso concorrenza e innovazione, anziché verso il lock-in tecnologico.

La cybersicurezza e la resilienza costituiscono un’altra priorità centrale della Commissione europea. Gaia-X integra gli investimenti in sicurezza informatica incorporando fiducia, trasparenza e conformità direttamente nelle architetture digitali, in linea con gli obiettivi della direttiva NIS2 e della Strategia europea per la cybersicurezza. Questo approccio sistemico rafforza la resilienza sistemica al di là della sola protezione perimetrale.

Infine, la Commissione sottolinea costantemente l’importanza della costruzione di ecosistemi e dello sviluppo delle competenze. In questo quadro, Gaia-X sostiene PMI, sviluppatori ed ecosistemi regionali, contribuendo a una trasformazione digitale inclusiva e diffusa su tutto il territorio europeo. Se adeguatamente modellato, il prossimo QFP potrà trasformare Gaia-X da semplice abilitatore di politiche in un vero acceleratore strutturale dell’economia digitale e basata sui dati dell’Unione europea.

info@gaia-x.eu

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