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L'INTERVISTA - Valentina Superti

foto Superti
  • Può darci la sua valutazione dello stato attuale dei negoziati di adesione con l’Albania e quali sono i principali ostacoli da superare?

I negoziati di adesione con l’Albania sono stati ufficialmente avviati nel 2022 con gli esercizi di presentazione dell’acquis comunitario da parte della Commissione e le sessioni di dialogo bilaterale in cui il paese ha presentato i suoi piani per allinearsi progressivamente a tutte le normative dell’Unione. Il ritmo delle trattative ha poi conosciuto una notevole accelerazione a partire dall’ottobre 2024, con l’apertura del Cluster sui cosiddetti “Fondamentali” dell’allargamento. Questi vertono intorno allo Stato di diritto, al funzionamento dei processi democratici, ai diritti fondamentali e altri elementi essenziali e pertanto delicati, tra cui anche il criterio economico e la disciplina delle commesse pubbliche. I progressi compiuti in tali ambiti determinano, in larga misura, l’andamento complessivo dei negoziati. La sfida principale per l’Albania, in questo momento, è pertanto di riuscire a mantenere un ritmo di riforma sostenuto e convincente. Per certi versi, la qualità del progresso in questi settori chiave sarà un pò la cartina al tornasole di tutto il procedimento di adesione, che influenzerà i processi decisionali deli Stati Membri dell’UE in Consiglio.

È importante notare altresì che l’Albania è riuscita ad aprire i negoziati in tempi molto stretti anche su tre ulteriori clusters negoziali, inerenti rispettivamente al mercato interno, a competitività e crescita inclusiva, ed anche alle relazioni esterne. Quest’ultimo include anche il volano del commercio con l’estero. Un’apertura di negoziati su così tanti capitoli ed in così breve tempo non si era ancora vista negli ultimi anni. Da un lato, questo dimostra la capacità dell’Albania di mantenere fede, per ora, alla propria ambizione di diventare uno Stato membro a stretto giro, affermandosi tra i capifila del processo. Dall’altro, questa rapidità conferma anche che l’allargamento ha riacquisito una forte connotazione geopolitica e gli Stati membri prestano fede all’impegno di promuovere un processo basato sul merito, in cui i paesi che dimostrano la capacità di adottare ed implementare riforme sostanziali e profonde, garantendo risultati sostenibili, vengono costantemente premiati.

Attualmente risultano aperti 24 dei 33 capitoli negoziali. L’obiettivo dell’Albania, che l’Unione Europea sostiene, è quello di chiudere tutti i capitoli entro la fine del 2027 e possibilmente completare tutti i passaggi formali per diventare membro entro il 2030. Trattandosi di un processo basato sul merito, sarà tuttavia indispensabile il costante impegno del Paese nel portare avanti tutte le necessarie riforme, garantendo un progresso sostenuto e tangibile in tutti i settori.

  • Quali opportunità economiche e commerciali offre l’allargamento ai Balcani Occidentali?

L’allargamento ai Balcani Occidentali apre la strada a numerose opportunità economiche e commerciali, per gli operatori comunitari, quanto per quelli della regione. I paesi della regione beneficiano di accordi di libero scambio con l’UE e vantano un elevato grado di allineamento agli standard e alla normativa comunitaria. Gli investimenti nell’area sono destinati a generare benefici potenzialmente rilevanti per le imprese dell’UE. Gli investimenti esteri, inoltre, non solo contribuiscono allo sviluppo delle economie locali, ma offrono anche un vantaggio competitivo alle aziende interessate a esportare i propri prodotti nel mercato europeo.

  • Quali settori offrono le maggiori opportunità di investimento e cooperazione transfrontaliera per l’Italia?

Esistono diversi ambiti di cooperazione con l’Albania di fondamentale importanza per sostenere lo sviluppo economico del Paese. Tra i settori che si configurano come prioritari per gli investimenti esteri vi sono le materie prime critiche, essenziali per lo sviluppo delle catene del valore digitali. Ulteriori settori strategici riguardano la transizione verde e digitale, che rappresentano pilastri per una trasformazione sostenibile dell’economia albanese. Di rilievo anche gli investimenti nel capitale umano, in quanto contribuiranno a colmare il disallineamento attualmente esistente tra domanda e offerta di competenze. Infine, lo sviluppo delle catene di approvvigionamento e del turismo sostenibile rappresenta un altro ambito promettente per la cooperazione economica con l’Italia e con gli altri stati membri.

  • Quali iniziative sta promuovendo l’Unione Europea per migliorare l’ambiente imprenditoriale nei Balcani Occidentali e come possono le imprese italiane trarne vantaggio?

I Paesi dei Balcani Occidentali sono coinvolti nel processo di adesione all’Unione Europea e, in tale contesto, stanno progressivamente rafforzando le proprie capacità amministrative e adeguando la normativa nazionale all’acquis comunitario in tutti i settori dell’economia, incluso quello imprenditoriale. In Albania, ad esempio, è in corso da anni una riforma della giustizia volta a garantire l’indipendenza del potere giudiziario, che rimane un elemento importante anche per assicurare la crescita degli investimenti esteri. Parallelamente, l’Unione Europea sostiene la regione attraverso il Piano di crescita per i Balcani Occidentali, con cui sono stati messi a disposizione sei miliardi di euro. Il piano si snoda attraverso quattro pilastri: rafforzare l'integrazione economica della regione nel mercato unico europeo; promuovere l'integrazione economica nei Balcani occidentali grazie al mercato comune regionale; accelerare le riforme fondamentali e, parallelamente, incrementare l'assistenza finanziaria a sostegno delle riforme. In tale contesto, ciascun paese ha adottato un’agenda di riforme molto fitta in settori strategici, mirante proprio a migliorare il contesto operativo per le imprese. Le aziende degli stati membri UE possono trarre vantaggio da tali iniziative cogliendo le opportunità derivanti da un ambiente economico sempre più integrato, stabile e trasparente.

ENEST-B@ec.europa.eu

             La presente comunicazione non costituisce alcuna dichiarazione formale da parte della Commissione

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