Strategia UE: tecnologie, competenze e fondi per salvare l’acqua

La Strategia europea per la resilienza idrica, pubblicata dalla Commissione europea il 3 giugno, rappresenta una risposta urgente e strutturata alla crescente scarsità e insicurezza dell’acqua nell’UE. Con oltre il 34% del territorio europeo soggetto a stress idrico, la Strategia mira a ripristinare il ciclo dell’acqua, rafforzare la competitività economica e garantire acqua pulita e accessibile.
Tra le 30 “flagship actions” proposte, spiccano quelle per ripristinare e proteggere il ciclo dell’acqua, come l’iniziativa pubblico-privata per lo sviluppo di tecnologie sostenibili. Per l’industria e l’energia, si prevede un progetto pilota su tecnologie di ciclo idrico chiuso o senza acqua in cluster industriali selezionati e uno schema UE per valutare la sostenibilità dei data centre, includendo criteri sull’uso dell’acqua. È prevista inoltre un’iniziativa per tecnologie di raffreddamento a secco, se emergeranno partner disposti a co-investire. Sul fronte degli investimenti, sarà avviato nel 2026 un Acceleratore per gli investimenti nella resilienza idrica e verrà lanciato un programma congiunto con la BEI per mobilitare oltre 15 miliardi di euro in progetti idrici.
In parallelo, la strategia promuove la digitalizzazione della gestione idrica con un Action Plan sull’uso dell’IA e un hub tematico Copernicus per facilitare l’uso dei dati satellitari. Annunciata anche la creazione della European Water Academy (EWA), guidata dal JRC, con l’obiettivo di colmare le lacune di competenze nel settore idrico attraverso formazione avanzata, innovazione e collaborazione tra attori pubblici e privati. L’EWA promuoverà lo sviluppo di tecnologie per il riuso dell’acqua, la desalinizzazione, l’irrigazione di precisione e la protezione delle infrastrutture critiche.
Infine, la Strategia propone l'integrazione del consumo idrico tra i criteri ambientali rilevanti per la sostenibilità dei prodotti, in particolare nel contesto del nuovo Regolamento Ecodesign per Prodotti Sostenibili (ESPR). Questo significherebbe che in futuro il water footprint, cioè l'impronta idrica complessiva di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita, potrebbe essere inclusa nel passaporto digitale dei prodotti, insieme ad altri parametri ambientali come l'efficienza energetica e la durabilità.
diana.marcello@unioncamere-europa.eu
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